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novembre 21, 2020 5 min read

INTERVISTA CON ROBERTA BELLESINI

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Piemontese e dedita all'architettura, Roberta Bellesini è una donna riservata, forse meno conosciuta del suo celebre marito (Giorgio Faletti).

Le aveva confessato la sua paura dell'oblio.

Lei, per tutta risposta, lo tiene vivo nei suoi ricordi e in quelli dei suoi fan, con l'orgoglio e la tenerezza che la contraddistinguono.

Non solo promuove le sue opere, ma continua a coltivare e a tramandare quella passione per l'arte e la letteratura che tanto li aveva uniti.

Volevamo saperne di più ed essere ispirati dalle sue parole.

- Buongiorno Roberta, raccontaci qualcosa in più di te, hai una citazione in particolare che ti rappresenta?


"Abbiamo solo questa vita quaggiù. Non ne avremo un'altra, per amare, per amarci, per impegnarci ed essere proprio qui".
(don Luigi Ciotti, durante un incontro alla Biblioteca Astense, di cui Roberta è presidente).

Questa è sicuramente una frase in cui mi ritrovo molto, almeno per la parte di impegno (non oso valutare i risultati!).

Negli ultimi 5 anni ho spesso rischiato di farmi travolgere da responsabilità: la presidenza della Biblioteca e dei suoi festival, produzioni teatrali e cinematografiche, cantieri...

Era diventata quasi un'ossessione riempire l'agenda perché ogni opportunità di crescita, miglioramento, nuove conoscenze ed esperienze lavorative, non poteva essere tralasciata.
Con la conseguenza di godere poco o nulla degli eventi e delle circostanze.

Così, di recente, anche grazie al periodo di lockdown, ho riflettuto sulla necessità di ridurre o "diluire" gli impegni per assaporare le varie esperienze con il giusto tempismo.

Come dice don Ciotti: “…per amarci”, è necessario prendersi cura anche di noi stessi e della qualità della nostra vita.

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- Sei un architetto appassionato di letteratura, puoi parlarci di queste due passioni e di come comunicano tra loro?

Ci tengo a precisare che lavoro da molti anni in questo settore ma non sono laureato in architettura. Ho avuto la fortuna di collaborare con professionisti talentuosi e innovativi che mi hanno dato un'importante preparazione e formazione per le mie scelte successive.

Questa formazione mi ha permesso di creare una mia azienda attraverso la quale realizzo progetti immobiliari con particolare attenzione alle nuove tecnologie e all'architettura sostenibile.

La letteratura, invece, è una passione che mi ha trasmesso la mia maestra elementare. Con il passare degli anni è cresciuta attraverso i libri e la voglia di conoscere il mondo.

Il rapporto con Giorgio, poi, mi ha introdotto all'opera nascosta in un libro. Dalla parte creativa al processo conseguente (casa editrice, editing, grafica, ecc.): tutta una bella esperienza!

Alla fine credo che tutte le attività artistiche siano interconnesse e possano sempre essere ispirate l'una dall'altra.


- Quali sono le parti più emozionanti delle tue attività?


La parte più stimolante sono le sfide, i nuovi progetti. Quando lavoriamo alla pianificazione di un festival o ci poniamo nuovi obiettivi… mi sento molto creativo! Anche quando cerco e organizzo nuove collaborazioni con altri professionisti, enti o associazioni, perché mi rendo davvero conto della forza del concetto di “fare rete”.

La cultura è una necessità primaria. E l'educazione all'idea che l'arte, la cultura e una qualità di vita sostenibile possano far parte della nostra quotidianità è un processo possibile (ed entusiasmante!), se si utilizzano linguaggi e spazi accessibili a tutti.


- Hai sempre un bell'aspetto. Hai una passione per la Moda e il Made in Italy?


Da persona dinamica, il mio stile deve essere all'inizio molto pratico, ma anche non banale! I grandi marchi non mi hanno mai attratto; Amo la particolarità dei brand innovativi, la creatività e le competenze degli imprenditori italiani.

All'Isola d'Elba, dove vivo parte dell'anno, ci sono diverse piccole attività (di orologi, profumi, accessori) che hanno conquistato il loro bellissimo spazio nel panorama italiano e internazionale.

Questi prodotti non mancano mai nel mio guardaroba... così come, negli ultimi anni, le borse Nosetta! Un Brand che ammiro per la classe, la funzionalità e l'ottima qualità dei materiali.

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- Come donna mondana con uno stile di vita internazionale, cosa ti manca di più in questo periodo di lockdown?

Certo, come tanti, mi manca il contatto umano. Gli incontri, i cosiddetti “brainstorms creativi”, per esempio. Questa mancanza può essere superata attraverso le varie piattaforme ma penso che non si possa mai ricreare la stessa atmosfera che si ottiene quando tutti si siedono fisicamente attorno a un tavolo per progettare.

Mi manca la programmazione degli eventi, gli incontri faccia a faccia durante i quali vedo occhi ed espressioni…
via web si vedono solo numeri! Questa situazione mi priva di emozioni e non mi fornisce la giusta energia per lavorare. Mi manca anche viaggiare, per lavoro o per piacere, visitare i miei amici all'estero. Viaggiare è sempre stato una parte fondamentale della mia vita.

- È un periodo speciale, con più tempo a disposizione per coltivare i propri interessi. Vuoi dare ai nostri lettori qualche suggerimento di letture interessanti?

Ad esempio… il miglior thriller di Giorgio Faletti?

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Vorrei consigliare “Fuori da un evidente destino”di Giorgio Faletti.

Ambientato nell'America delle riserve Navajo, è una storia intensa in cui due mondi cercano di trovare un equilibrio e un terzo imperscrutabile elemento rende tutto molto complicato.
Poi direi "uccido", ma è stato un tale successo che mi sembra quasi banale consigliarlo! ?

- Un libro per il lockdown?


Un libro che consiglio in questo periodo è: “Magazzino 18” di Simone Cristicchi e Jan Bernas.
Storie di grande coraggio di italiani d'Istria, Dalmazia e Fiume, che né nella loro terra natale né in Italia, loro patria, hanno trovato pace e senso alla loro vita. È una storia che non ci hanno raccontato abbastanza, che tratta dell'importanza di sentirsi parte di un luogo e di una cultura. È una storia che ricorda i drammatici eventi che stiamo vivendo, che ci chiamano a dare prova di forza, unità e spirito di sacrificio per raggiungere un obiettivo comune.

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 - Un'idea per un regalo di Natale?

Come regalo di Natale vi consiglio "Acqua fresca per i fiori" di Valerìe Perrin.
"Ho due armadi, il primo si chiama "Inverno" e l'altro "Estate", ma le stagioni non contano, le circostanze sì.
Il guardaroba invernale contiene solo abiti classici e abiti scuri destinati agli altri, il guardaroba estivo contiene solo abiti chiari destinati a me stesso.
Indosso l'estate sotto l'inverno, e quando sono solo mi tolgo l'inverno. "

Questa è una storia che ti trascina altrove, ti costringe a guardare le cose e gli eventi in modo diverso per cambiare i tuoi punti di vista e scoprire che c'è sempre un'alba.

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- Vuoi aggiungere qualcosa, magari un riflesso di speranza o un progetto che ti sta particolarmente a cuore?

La mia speranza è di non leggere altre notizie come quella del fallimento del Cirque du Soleil con 3500 licenziamenti a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.
I loro spettacoli sono senza dubbio i più coinvolgenti e strabilianti a cui abbia mai assistito.
C'è un rischio molto alto che molte professionalità operanti in ambito culturale e artistico non riescano a rientrare in attività alla fine di questa pandemia.
Quando sento la parola "tempo libero" usata in riferimento alla cultura e all'arte mi vengono gli alveari.
La cultura è identità, è crescita.

Spero che tutti noi acquisiamo consapevolezza del suo valore proprio ora che ci è così precluso. E, soprattutto, che ci si rende conto che con la cultura vive gran parte del Paese, grazie all'indotto che essa determina.

Per quanto mi riguarda direttamente, nel nuovo anno spero di poter riportare a teatro i due spettacoli da me prodotti "L'ultimo giorno di sole" e "Quattro donne", entrambi interpretati dalla bravissima Chiara Buratti.
Inoltre vorrei vedere finalmente al cinema il film girato a novembre 2019 "Appunti Di Un Venditore Di Donne" tratto dall'omonimo romanzo di Giorgio Faletti.
Un lavoro a cui tengo molto.

- Ultima domanda! La borsa Nosetta che meglio rispecchia la tua personalità?


Ne ho due preferiti in quanto funzionali ai diversi momenti della giornata. Per il lavoro mi trovo molto bene con la Celesiain tweed di cotone, molto pratica e capiente per documenti o dispositivi tipo tablet. Per svago mi muovo molto a piedi, e mi è congeniale la Margherita, essenziale nelle sue dimensioni e comoda per camminare.
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 GRAZIE ROBERTA PER QUESTA CHIACCHIERATA RICCA E STIMOLANTE!



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